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Oltre l’importanza come via di collegamento tra il mare ed il Nilo, il Wadi Hammamt era ricco di pietra e metalli che venivano estratti sia per la fabbricazione di statue divine e sarcofagi regali in pietra basinite, che per la manifattura di oggetti in metallo (un papiro con una mappa di miniere d’oro è conservata nel Museo Egizio di Torino). Infatti fin dai tempi preistorici vasellame in pietra di porfido, steatite, breccia verde e serpentino erano stati ricavati da questi luoghi del deserto orientale d’Egitto.
La via carovaniera di circa 200 chilometri (collegamento tra Coptos nella Valle del Nilo e Quseir presso il Mar Rosso) dello Wadi Hammamat, utilizzato dal 4000 a. C. fino all’epoca Romana, presenta infatti numerose raffigurazioni ed iscrizioni, che vanno da scene petroglifi di caccia, rappresentazioni della fauna preistorica alle iscrizioni lasciate dalle spedizioni in transito e da chi lavorava nello wadi per ricavarne le preziosità.
Lungo la strada si possono trovare molti manufatti in pietra di grosso peso che erano stati grossolanamente lavorati per alleggerirne il trasporto, ma poi abbandonati in sito per crepe createsi durante la loro iniziale lavorazione (vedi foto).
Fra gli animali rappresentati in epoca preistorica sono riconoscibili elefanti, struzzi, stambecchi, asini cani e molti altri, mentre non mancano nemmeno rappresentazioni di cammelli (epoca tolemaica, Romana e bizantina). Nelle scene di caccia le persone raffigurate sono armate di lance, mazze ed arco con frecce.
Per quanto riguarda le testimonianze scritte, le iscrizioni geroglifiche ritrovate ed incise sulla pietra risalgono alle prime dinastie faraoniche dell’Antico Regno, nonché al Medio e Nuovo Regno. Vi sono poi iscrizioni in demotico, tolemaico, copto, greco, latino ed arabo. In questo interessante contesto storico non sono nemmeno assenti alcuni esempi di falsificazioni.
Le iscrizioni geroglifiche sono spesso accompagnati da rappresentazioni di importanti divinità dei minatori (Iside, Min, ecc.).
Di particolare interesse sono le iscrizioni riguardanti il faraone Nebtawyre Mentuhotep III (IV ?, 1997-1991 a.C.). Questo faraone di cui si hanno scarsissime notizie storiche e che regnò solamente per un periodo di sei o sette anni, successe all’ultimo faraone della 11esima dinastia Mentuhotep II (2010-1998 a.C., vedi lista dei Re di Saqqara ed Abido). Il suo breve regno fu preceduto dal faraone fondatore della 12esima dinastia (1991-1782 a.C.) Amenemhet I. (il cui regno comprende gli anni dal 1991 al 1962 a.C.) Sia Mentuhotep III, che Amenemhat I vengono descritti come sovrano e vizir e governatore del Sud, è infatti non da escludere che Mentuhotep III ed Amenhet I siano la stessa persona. Fatto sta, che le iscrizioni presenti nello Wadi Hammamat ci danno le uniche fonti attestate che riguardano Nebtawyre Mentuhotep III (IV ?), Di particolare interesse è la citazione della guerra cessata con Hieracleopolis nel Nord, che viene unito al resto del paese grazie a questo faraone, avendo così a disposizione un esercito di 3000 uomini del delta Egiziano per trasportare il blocco del proprio sarcofago nella valle del Nilo. Tra le raffigurazioni del faraone Mentuhotep III presenti nello Wadi Hammamat, vi è la rappresentazione del faraone che fa un offerta di vino al dio Min di Coptos. Il testo che accompagna la suddetta raffigurazione, dice che una gazzella insieme al suo cucciolo si fermò improvvisamente, gaurdando una grande roccia. Da questo suggerimento divino, il faraone dedusse che bisognava scolpire il suo sarcofago dalla pietra proveniente dalla roccia indicata dalla mamma gazzella.
Franklin Baumgarten