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VERONA E BOCCIONI

L’episodio della morte di Boccioni, resta un filo rosso che lo congiunge alla città che ne custodisce le spoglie fin dal lontano 1916. A quell’epoca Boccioni si trovava temporaneamente nella caserma di Chievo e aspettava la visita della sorella Amelia che viveva a Verona sposata ad un insegnante. Poiché Amelia ritardava, decise di andarle incontro,  prese la cavalla e si avviò verso la città. Purtroppo l’improvviso apparire di un autocarro sulla strada sterrata,  spaventò la cavalla, che si imbizzarrì, disarcionando il suo cavaliere e trascinandolo poi per parecchi metri. Il suo corpo esanime fu ritrovato da una contadina, trasportato all’ospedale militare di Verona. Purtroppo il destino aveva deciso di recidere quella giovane vita e privarci della sua arte. Infatti morì il giorno dopo per le ferite riportate nell’incidente.

Da allora Umberto Boccioni abita qui, nel Cimitero Monumentale di Verona,

  • La sua lapide, a muro, reca incisi il suo nome, due righe a ricordo della sua partecipazione volontaria alla guerra ,e lo stemma in bronzo del corpo Nazionale Volontari ciclisti e automobilisti.. Scritti a matita sulla lapide, sopravvivono ancora i messaggi di Gino Severini, un altro grande dell’arte italiana del primo Novecento, e grande amico di Umberto. I messaggi scritti, come si scrive una cartolina ad un caro amico, sono documenti preziosi, di grande affetto,: “…anche quest’anno ho potuto farti una visitina, caro Umberto, l’anno prossimo chissa’…” era il 1956. Altri messaggi dello stesso Severini e di altri amici , decorano la bianca superfice , chissà quanto dureranno. Il tutto è un documento storico, che coinvolge due pesi massimi appartenenti all’unica avanguardia che distinse in campo internazionale l’Italia del primo Novecento.
BOCCIONI, TESTA FEMMINILE, 1911

Verona potrebbe essere orgogliosa di questo ospite eccellente; e una mostra dedicata a questo movimento “ di fertile intellettualità” come disse Giorgio Cortenova potrebbe solo dare prestigio alla nostra città che da lungo tempo, in questo campo, non dà alcun segno di vita.

La ricchezza di contenuti e proposte artistiche di questo movimento fa si che sia inserito tra le vere avanguardie: il futurismo ha interpretato un rinnovamento totale del modo di essere e di vivere; non solo si dipinge in modo futurista, ma si vive anche, infatti si è artisti a 360 gradi

Padova ha allestito una straordinaria mostra dedicata a

“ FUTURISMO 1910 – 1915  Nascita dell’Avanguardia – Palazzo Zabarella- fino al 26 Febbraio 2023

Una rassegna di grande rilievo scientifico, e culturale, che si ricollega alla mostra del 1986 a Palazzo Grassi a Venezia. La mostra Padovana trae spunto proprio dal fatto che il piccolo Umberto visse gli anni della sua infanzia e prima adolescenza a Padova con la famiglia, essendo il padre impiegato di prefettura e quindi obbligato a spostarsi di frequente in varie città d’Italia.

Verona però ne custodisce le spoglie da piu’ di cent’anni, e potrebbe arricchire la città con l’arte di questo mostro sacro della pittura e della scultura. Egli rinnovò quest’ultima fissando l’espansione dinamica di un oggetto inanimato proteso in una marcia ideale verso il futuro. lo chiamo’ FORME UNICHE DELLA CONTINUITA’ NELLO SPAZIO

UMBERTO BCCIONI, FORME UNICHE DELLA CONTINUITA’ DELLO SPAZIO , 1913

E’ l’idea dell’opera d’arte svincolata dal suo supporto bidimensionale e proiettata nella realtà.

Una sfida dunque sarebbe quella di riportare alla luce ed illustrare la filosofia di questo movimento artistico che fiorì in un momento di grande entusiasmo per i progressi della tecnologia e che diede impulso ad una nuova creatività nell’arte.

testo di Romana Caloi Tumiet