L’incontro con l’upupa coincideva altresì con l’orario di partenza stabilito verso uno dei luoghi più interessanti ed incantati della paese: il già menzionato Uadi Hammamat, antico territorio di miniere, cave di pietra, nonché luogo storico di transito situato all’interno del collegamento che unisce la valle del Nilo ad ovest fino al mar rosso ad est.
Dopo gli ultimi accertamenti e controlli delle proviste d’acqua e del carburante per il fuoristrada, era giunta finalmente l’ora di partire. L’autista, esperto dei luoghi era tutto concentrato sulla guida e capivo che era felice che io, parlando, non lo distraessi, sapevamo entrambi che recarsi in un deserto richiedeva un certo rispetto. C’era una reciproca intesa, probabile amicizia a venire, che poi venne, elementi essenziali per viaggiare insieme, consapevoli, entrambi, che io ero un suo cliente, ma chi comandava, in quel momento, era lui.
Il mio silenzio era dettato non solo dal desiderio di non distrarre il guidatore ma anche dal fatto, notato in passato, di trovarmi in un paese dove il silenzio non nuoce, il parlare troppo viene associato ad insicurezza e il solo fischiettare poteva addirittura essere considerato espressione diabolica. Il silenzio si dimostrava quindi essere l’atteggiamento giusto, non volevo guastare la giornata e volevo trarne il meglio dalla mia spedizione. Osservare ciò che ci circondava mentre ogni tanto seguivo il nostro tragitto sulla mappa per memorizzare i luoghi ed i paesaggi che mi circondavano, occupava tutta la mia attenzione.
Durante i miei viaggi in Egitto avevo imparato che era sempre stato importante avere quattro cose in caso di necessità nel caso di un viaggio che implicava l’inoltrarsi nel deserto, queste erano: 1) acqua, 2) punti di riferimento (da dove sono venuto e dove mi trovo ed a quale ora del giorno, 3) soldi 4) il proprio passaporto.
Cose inutili? : 1) il telefono cellulare, che di solito nel deserto non prende, 2) cercare di spiegare a persone sconosciute lungo il tragitto, che sei finito li, nel nulla, innocentemente, che volevi solamente visitare un sito e che non pensavi comportasse certi rischi; non spengono nemmeno il motore: hanno fretta.
Prima di addentrarmi nel deserto vedevo scorrere attorno campi coltivati di banano, frumento, canna da zucchero, verdure di ogni genere, piccoli borghi caoticamente attraversati da automobili, da contadini a dorso di cammello, da asini che trainano rimorchi di legno a due ruote con carichi esagerati ,da bambini con i libri di scuola in mano ed ogni altro genere di movimento umano ed animale tipico della zona.
Ancora una volta, dopo tanti viaggi nel paese nilotico, non ho potuto non notare un comportamento per noi anomalo quando qualcuno si accinge ad attraversare una strada; comportamento quanto meno azzardato.