Estate di San Martino di Giosuè Carducci
san Martino di Giosuè Carducci
La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.
IL CULTO DI SAN MARTINO risale ai primi secoli della cristianità. Martino, figlio di un alto ufficiale dell’esercito imperiale romano, nasce in Pannonia, attuale Ungheria,a metà del IV secolo d.C.
Il suo nome equivale, nelle intenzioni del padre a “piccolo Marte” Dio della Guerra. Infatti lui avrebbe voluto un figlio valente guerriero, invece Martino si dedicherà alla pace ed alla evangelizzazione.
A 15 anni il padre lo invia a combattere nelle Gallie, dove resta per vent’anni. Qui, mentre presta servizio per una ronda notturna avviene l’episodio con il quale noi tutti lo ricordiamo. Martino, a cavallo con il rosso mantello per difendersi dal freddo invernale, vede sul ciglio della strada un poverello tremante e coperto di stracci; sguaina la spada, taglia in due il suo bel mantello di lana, e ne dà metà al povero viandante. La notte saprà in sogno che quel povero era Gesù, e che lo ringraziava del suo gesto.
A 22 anni Martino viene battezzato ad Amiens. Lo storico Sulpicio Severo, biografo di Martino, lo definirà un milite disponibile, e più che un soldato “ un monaco” Si avvierà al servizio ecclesiale, diverrà diacono e poi sacerdote, e, alla morte del vescovo di Tours, Martino sarà acclamato e diventerà vescovo in quella diocesi. Per 26 anni curerà il suo mandato e fonderà un seminario per istruire nuovi sacerdoti. Morirà l’8 novembre del 397, i suoi funerali si svolgeranno il giorno 11 a Tours.
Nel VI secolo sarà costruita a Roma la prima chiesa in suo onore. Primo santo non martire ad essere venerato nella metropoli romana.
Con lo sviluppo del monachesimo in tutta Europa, Martino, il vescovo / monaco, sarà venerato ovunque. Il monachesimo benedettino, a partire proprio dal VI secolo sarà grande promotore di cultura e di evangelizzazione dei popoli- Proprio San Benedetto consacrò a San Martino, che lui considerava il fondatore del monachesimo n occidente, uno degli oratori facenti parte del primo monastero, fondato nel 529, sulle rovine di un tempio di Apollo.
In Francia, la nobiltà merovingia e poi Franca (Carlo Magno) diede un forte impulso e sostegno alla chiesa di Tours, dove sorse una cattedrale e una serie di alloggi destinati a pellegrini. La scuola di Martino di Tours restò famosa come centro di irradiazione culturale in tutta Europa. Fu patrono dei reali di Francia, i quali portavano il mantello in guerra, lo esibivano davanti alle truppe confidando nella protezione del Santo Patrono. Sulla “cappa” (mantello corto o clamide) di San Martino si prestarono i giuramenti più’ solenni. Carlo Magno volle il mantello tutto per sé, lo conservò nell’oratorio palatino di Aquisgrana, che da allora si chiamò Aix-la-Chapelle, così la parola “cappella” che designava l’oratorio del re, divenne il nome degli oratori di tutto il mondo: i custodi della reliquia furono chiamati “cappellani”.
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