Il Cardo
11 Marzo 2021Uadi Hammamat
11 Marzo 2021
di Franco Casati
Recensione di un saggio di Adriana Valerio, docente all’università Federico II di Napoli, su Maria di Nazaret, presentato recentemente al Seminario Vescovile di Verona
Un semplice titolo ‘Maria di Nazaret’, ma un contenuto di portata universale,
una rilettura storica attenta e precisa sull’evoluzione di un culto, quello Mariano,
appunto, che nasce dalle scarne informazioni dei Vangeli per evolversi attraverso
un lento ma continuo processo storico culturale, fino alle enunciazioni dogmatiche
che fanno di Maria di Nazaret la ‘Madonna’ del culto cristiano (pur con una
sensibile divergenza di opinioni fra la chiesa occidentale e quella orientale).
Questo saggio, edito da Il Mulino nella collana ‘farsi un’idea’, a firma di
Adriana Valerio, docente di Storia del cristianesimo e delle chiese all’Università
Federico II di Napoli, affidato a una scrittura chiara ed essenziale e a una disamina
rigorosamente storica, dove l’autrice si limita a citare eventi e documenti senza
alcun intervento di carattere personale, se non per la responsabilità della scelta,
questo saggio riporta le tappe di un percorso ideologico e fideistico che affonda le
radici in un passato antecedente la nascita di Maria (l’Antico Testamento e le
profezie lette in chiave mariologica), fino a collegarsi ai culti delle divinità
femminili che appartengono un po’ a tutte le civiltà ma, nello specifico,
in special modo a quelle dell’area mediterranea.
L’autrice mette bene in evidenza il percorso contrastato di questa evoluzione,
soprattutto in relazione a temi quali la verginità di Maria, la morte e ascensione
al cielo, l’immacolata concezione che vedono confrontarsi e scontrarsi teologi e
filosofi con teorie divergenti o contrapposte, all’interno e, ovviamente, al di
fuori della religione cristiana. Cito un solo caso, a titolo esemplificativo:
Maria, madre di Gesù o madre di Dio? ( una disputa non di poco conto).
La concordanza è invece totale sul ruolo della Vergine che, accettando di
rimanere incinta di Gesù per opera dello Spirito Santo, apre le porte alla
salvezza dell’umanità: ”L’anima mia magnifica il Signore/ e il mio spirito
esulta in Dio, mio Salvatore/ perché ha considerato l’umiltà della sua serva” (Lc 1,46).
Di interessante attualità sono i capitoli del saggio che affrontano i punti di vista
della religione ebraica e di quella musulmana riguardo alla figura di Maria,
orientate verso una visione di santità e di esempio per i credenti, anche se con
differenti connotazioni.
L’autrice non manca di informare sulle più recenti
interpretazioni della teologia contemporanea e sulla lettura che della vicenda
di Maria ne fa la cultura femminista, nelle sue più rappresentative ideologhe,
evidenziandone la potenzialità legata a un recupero dell’elemento femminile
della divinità.
A conclusione di questa sua ricerca l’autrice, molto significativamente, menziona
il saggio dello psicanalista C.G. Jung “Risposta a Giobbe” (1952), sintetizzandone
il contenuto relativo al dogma dell’Assunzione:” Per Jung Maria assunta in cielo
è il sostegno delle speranze di un’umanità soggetta alla provvisorietà; simbolo
dell’unificazione di tutti gli opposti in Dio, della trasfigurazione finale di tutto
il creato, dell’integrità degli esseri; segno dell’ultimo destino dell’umanità nel
quale ogni separazione viene abolita. Niente verrà disperso.
La dissoluzione è solo apparente.//Maria assunta nella gloria è segno di speranza
nel trionfo della vita. Nel suo destino vediamo il nostro.”
In questo breve articolo mi sono limitato a suggerire la tematica proposta
da Adriana Valerio, in quanto sarebbe vano e riduttivo tentare di riassumerne
la ricchezza dei contenuti e degli spunti di riflessione offerti.
Mi è sembrato tuttavia di poter cogliere, da parte dell’autrice, il suggerimento
a sondare una strada di lettura del tema attraverso un’analisi dei modelli
letterari e simbolici che vengono innescati dalla proiezione ideale della figura
di Maria di Nazaret, per attualizzarne il contenuto in rapporto alle esigenze
della cultura contemporanea, sembrando che le fonti storiche, a questo
riguardo, esauriscano ben presto la loro funzione, diversamente da quelle della tradizione. Il saggio è corredato,
infine, da una ricca e interessante bibliografia che permette di approfondire adeguatamente la ricerca.