La fine di gennaio – I giorni della merla
L’Italia è un Paese di folclore e di tradizione, dalle festività più tradizionali alle occasioni meno note, passando da Nord a Sud, da Est a Ovest. Le giornate della merla che per tradizione sono le più fredde dell’anno, sono raccontate in molteplici versioni, tutte ricche di fascino e di mistero.
Partendo dalla più lontana nel tempo, tanto da invadere il mito, in Sicilia, nella provincia di Enna, fiorisce il mito di Proserpina: la giovane stipula un patto matrimoniale con il marito, Ade, in cui si stabilìsce che lei possa passare metà dell’anno con sua madre Demetra, divinità dell’agricoltura e della natura. Demetra infatti possedeva un attaccamento materno molto forte nei confronti della figlia Proserpina, che la spingeva a disperarsi e deprimersi quando erano lontane. Le conseguenze di queste emozioni erano ben visibili: Demetra trascurava per il dolore così tanto i suoi compiti divini che l’inverno si diffondeva in tutto il globo, condannando uomini e animali alla fame e al deperimento.
Proprio per aiutare la madre e scongiurare questa sciagura su uomini, natura e animali condannati al gelo, Proserpina con il permesso di suo marito si trasferiva ogni anno per sei mesi da Demetra, favorendo così il rifiorire delle piante e il rialzo delle temperature, e scongiurando fulmini e saette. La comparsa della ragazza era preceduta dall’arrivo di un messaggero particolare: il merlo. Se nei giorni in cui il merlo usciva dal nido le temperature erano miti, la sua comparsa indicava che l’inverno sarebbe durato a lungo,
Se invece le giornate erano veramente molto fredde, l’inverno sarebbe stato breve.
Una versione più recente, se così vogliamo dire, risale al Medioevo quando il mese di gennaio contava ancora 28 giorni. Poichè il mese di Gennaio aveva intenzione di organizzare un brutto scherzo al povero merlo, questi, intuito il fatto, pensò che era saggio non fidarsi e di rimanere nel suo nido per non patire freddo. Il malefico gennaio pensò allora di aggiungere ulteriori tre giorni, i cosiddetti “giorni della merla” (29, 30 e 31), per poter scatenare la sua ira contro il povero uccellino affamato. Per la disperazione il merlo decise di cercare riparo per sopravvivere all’interno di un comignolo, e superare, al caldo, quei giorni aggiunti dal mese burlone . Fu così che il colore del suo piumaggio, che era bianco divenne nero pe la fuliggine del camino.
Una leggenda molto popolare racconta che se negli ultimi giorni di gennaio, le temperature sono miti, allora significa che l’inverno durerà ancora a lungo. Se invece farà davvero freddo, allora si deduce che l’inverno sta per finire, e la primavera non tarderà ad arrivare.
In questi brevi racconti, si può notare come il piccolo merlo (Turdusmerula), da figura nascosta e poco importante, risulta essere il protagonista del mese di gennaio e colui che con il suo canto annuncerà la buona stagione.
Le nostre tradizioni rispecchiano l’essenza del popolo italiano, vario colorato e fantasioso, memorie da tramandare e rispettare, per un tocco di fiaba nella quotidianità di tutti.
AUTORE
Luana Cantarella