Anche quest’anno ho partecipato ad OperaSesta[i] evento di rievocazione storica ottocentesca che si svolge ormai da parecchi anni a Forte Ardietti[ii], a Ponti sul Mincio, tema di questa tre giorni è stato il terribile anno 1848, “la primavera dei popoli”. Quando gli organizzatori dell’Associazione Cultura e Rievocazione Imperi mi hanno rinnovato l’invito a partecipare, già negli anni scorsi avevo esposto stampe e fogli di soldatini, confesso che mi sono trovato in imbarazzo; di immagini di soldatini legate al ’48 ho poco o nulla, ma poi ho avuto un idea! “Raccontare” il 1848 attraverso le immagini di una rivista illustrata dell’epoca l’ Illustrirte Zeitung di cui avevo recuperato (santo Internet !) l’annata completa. Libri e giornali illustrati erano all’epoca una recente novità; resa possibile dalla tecnica, introdotta dall’inglese Thomas Bewick, della stampa xilografica di testa. Le immagini incise su particolari tavolette di legno, potevano essere montate nella matrice tipografica insieme al testo, rendendo possibile la stampa di un grande numero di copie.
La prima rivista apparsa, il 14 maggio 1842, fu The Illustrated London News che cedette, già l’anno successivo, la tecnologia alla francese L'Illustration ed all’ Illustrirte Zeitung.
Quest’ultima venne stampata a Lipsia e distribuita in tutto il mondo tedesco da Berlino a Vienna a Budapest; continuando le pubblicazioni fino al settembre del 1944. Queste tre riviste nei primi anni di vita costituirono gli antenati di un “gruppo editoriale” scambiandosi spesso tra loro immagini ed articoli. Sfogliare queste vecchie riviste è estremamente interessante per molti aspetti, spesso inaspettati.
> L’impostazione: prima pagina con una grande immagine che fa riferimento all’articolo principale, poi la politica nazionale e mondiale ed a seguire: il teatro, la moda, i resoconti di viaggi esotici, le scoperte e le innovazioni della scienza e della tecnica, la pubblicità (rimedi medici, alberghi e viaggi !) i giochi (scacchi e rebus); proprio come in una rivista dei nostri giorni.
- L’atteggiamento “Politically Correct “ nazional/governativo per cui, già allora, le notizie venivano evidenziate o sminuite per assecondare l’uno o l’altro potere. Esempio più evidente l’impostazione de L’illustration nel riportare le notizie della rivolta operaia di giugno a Parigi.
- La rapidità con cui venivano diffuse ed illustrate le notizie provenienti da ogni capo d’Europa: in circa venti giorni, si riceveva la corrispondenza accompagnata da uno schizzo da cui si ricavava l’incisione da mandare in stampa! Ovviamente tutto a mano !!
- La completezza dell’informazione giornalistica: sui giornali di allora c’era già raccontato tutto, una storia “di prima mano”, spesso più avvincente delle narrazioni trite e ritrite che si trovano nei libri di molti studiosi.
Tornando allo specifico della mostra ho tratto dallo Zeitung una cinquantina di immagini per illustrare i principali avvenimenti europei dell’anno 1848.
A partire dalla rivolta di Palermo di gennaio per arrivare a quella d’Ungheria di fine anno passando per le decine di rivolte e proteste che non risparmiarono quasi nessuna città o regione del continente europeo.
Il 1848 fu definito la primavera dei popoli ma fu una primavera molto variegata perché ogni popolo aveva i suoi obbiettivi. Italiani, Ungheresi, Cechi lottarono per l’indipendenza dall’Austria. I tedeschi si batterono per i diritti civili e la costruzione di una Germania, quale che fosse: grande, piccola o repubblicana. I francesi si ribellarono ed ottennero la Repubblica.
I danesi fecero la guerra per cacciare i prussiani dallo Slesvig-Holsten; mentre i poveri polacchi cercarono inutilmente una Patria. Unico grande obbiettivo comune ottenere una costituzione che garantisse i diritti civili. Libertà di stampa, di insegnamento, di religione, un equa tassazione, un giusto processo, l’abolizione di tutti i privilegi per nobili e militari, sono tutte cose per noi ovvie ma che parevano allora irraggiungibili!
Una lotta europea spesso macchiata da orrendi massacri, odi atavici e meschine rivalità: magiari contro slavi, croati contro viennesi, prussiani contro polacchi, Lazzari[iii] contro liberali a Napoli. Ma il 1848 segnò anche la spaccatura tra borghesia e classe operaia, non dimentichiamo che proprio in quel febbraio Marx ed Engels pubblicarono il loro Manifesto del Partito Comunista e furono presenti e molto attivi sia in Francia sia in Germania[iv] nel tentativo di estremizzare le rivolte. A Parigi la rivolta di giugno in cui esercito e guardia mobile, formata da volontari borghesi, massacrarono gli affamati operai dei "faubourg" aprirà una ferita che durerà fino alla Comune del 1870.
Il ’48 fu anche l’anno delle bandiere: il Regno di Sardegna adottò il tricolore italiano: verde, bianco, rosso, l’Ungheria gli stessi colori ma in orizzontale, mentre i popoli tedeschi scelsero il nero, rosso, oro. Bandiere di rivolta che si insanguinarono sui campi lombardo-veneti, nelle pianure magiare e sulle barricate di Vienna e Berlino. L’anno si chiuse con l’ingresso sulle scene europee di due grandi personalità: Luigi Napoleone eletto presidente dai francesi e futuro imperatore ed il giovane Kaiser Francesco Giuseppe cui spettò l’arduo compito di ricostruire “l’austriaco regno”.
Quel tribolato anno ci ha comunque lasciato un messaggio di pace ; nel supplemento di Natale del London News (Ebbene si! 170 anni fa c’era già il supplemento natalizio!) la royal family britannica, regina Victoria con Alberto e figli, si fecero ritrarre con il primo albero di Natale, simbolo di concordia universale giunto fino ai giorni nostri.
Marcello Marconi
[i] Vedi le immagini principali a: https://www.acrimperi.it/operasesta-48-8-18
[ii] Forte Ardietti ex-forte austriaco (Werk VI) era la sesta opera di difesa esterna della piazzaforte di Peschiera sul Garda.
[iii] I Lazzaroni o Lazzari erano i giovani dei ceti più popolari e poveri di Napoli; che Engels stesso definì Lumpenproletariat : ovvero straccioni
[iv] Dal 1° giugno 1848 ebbe inizio a Colonia la pubblicazione del quotidiano politico “Neue Rheinische Zeitung", di cui Marx fu il redattore-capo.