di ROMANA CALOI
"Firenze, la mia terra, che fuor di sé mi serra, vota d’amore e nuda di pietate… (Rime CXVI vv 77-79)."
Così si esprime Dante aprendo al mondo la sua amarezza per questo immeritato esilio.
Nel Convivio si definisce "legno senza vela e senza governo portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertade…" Ricostruiamo brevemente le vicende che lo resero esule e pellegrino e lo costrinsero a conoscere "sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scender e ‘l salir l’altrui scale (Paradiso, XVII 58-60)".
La fuga da Firenze si rese necessaria a causa di uno dei tanti “cambi della guardia” alla guida del Comune di Firenze, che diventa solido feudo guelfo a seguito del crollo imperiale dopo la morte di Federico II e dopo le sconfitte di Manfredi e Corradino, suoi eredi. Con le disavventure dell’Impero crolla la fortuna dei Ghibellini e si impone quella dei Guelfi, che non esitano ad esiliare gli avversari e governano Firenze senza più alcun nemico interno. Ma la rivalità fra le due ricchissime famiglie guelfe dei Cerchi e dei Donati danno vita a due fazioni contrapposte, i Guelfi Bianchi (i Cerchi) e i Guelfi Neri (i Donati) con rivalità sostanziali essendo i primi più orientati a un governo di popolo e più aderenti a una politica indipendente dall’ingerenza papale, i secondi, di antica nobiltà guerriera e finanziatori del Papa, propensi ad accettare di buon grado anche il suo intervento negli affari interni di Firenze. Purtroppo la rivalità si tradusse ben presto in lotta aperta e il Consiglio dei Cento, nel quale in quel tragico 1301 sedevano in qualità di Priori Dino Compagni e Dante Alighieri (Dante era entrato in politica da poco, dopo la battaglia di Campaldino del 1289 scegliendo la parte dei Guelfi Bianchi), decise di esiliare i capi di entrambe le fazioni.
Le Arche scaligere
Il sarcofago con l'aquila imperiale
Lunetta della basilica di San Zeno
La targa che ricorda l'Abate Gherardo
Il sarcofago di Giuseppe della Scala
La formella del portale di San Zeno con la punizione dei simoniaci
Verona Scaligera
Palazzo di Cangrande
La targa che ricorda il palio del drappo verde
Chiesa di Sant'Elena
Targa ricordo della Quaestio de Acqua et Terra
Romana Caloi
Vive a Verona dove esercita la professione di guida turistica in lingua italiana,inglese e francese. Coltiva così la sua passione per la storia e per l’arte che ha potuto esprimere anche nelle pubblicazioni Palazzo Carli a Verona, Due Generali a Palazzo Carli, Erbè, Storia di un Paese e Verona sul Pentagramma.