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Comune di Erbè festa dell’anara itinerario storico artistico

Comune di Erbè. Da sabato 28 settembre e fino al 6 ottobre in contemporanea con la tradizionale “Sagra de l’anara” si terrà la mostra “Erbè – Romanico Itinerante” che coinvolgerà, in Erbè, la chiesa di S. Maria Novella di Erbedello e, in Sorgà, la chiesa di S. Maria Nascente di Sorgà. All’organizzazione dell’evento hanno dato la propria collaborazione, oltre al Comune di Erbè, anche il comune di Sorgà, il gruppo “Noi”, il Consorzio “Le Risorgive”, le parrocchie dei due comuni e la “Fondazione del Garda”. La mostra storico-artistica sarà inaugurata sabato 28 settembre – ore 18.30 – e permetterà di visitare le due chiese nei giorni di sabato e domenica dalle 9.00 alle 12.00 e poi dalle 16.00 alle 19.00. Nella sala “NOI” di Erbè sarà possibile assistere alle proiezioni del video “Romanico”.
La mostra itinerante fa parte di una iniziativa che si propone di far conoscere e valorizzare le pievi romaniche del territorio quali S. Giustina di Palazzolo, S. Andrea di Sommacampagna, S. Giorgio di Valpolicella, S. Floriano e del Garda, S. Maria e Ceson di Gazzo Veronese e S. Pierin di Bevilacqua.

Chiesa di S. Maria Novella di Erbedello
Nell’elenco delle “ville del distretto veronese” compilato dai procuratori del Comune di Verona, nell’anno 1184, sono incluse anche le due “ville” separate, di Erbè e di Erbedello, come due borghi autonomi, che però diventeranno uno solo alla fine del Duecento diventando “burgus Herbeti” significando che il minore viene assorbito dal borgo più’ sviluppato e quindi meglio difeso dalle scorrerie dei mantovani.
Il piccolo borgo di Erbedello aveva pure una sua protezione o “fratta”, che significa “vallo a difesa o steccato” In ogni caso, Erbè ed Erbedello erano entrambi sotto la giurisdizione del monastero di San Zeno e vi rimasero fino alla soppressione di quest’ultimo nel XVIII secolo. Le origini della chiesetta si rifanno quindi al polo religioso dell’antico borgo rurale di Erbedello, che col tempo va a rientrare nel territorio del borgo di Erbè.
Lo stile della chiesetta rientra perfettamente nel linguaggio romanico che tra XI e XII secolo vide una ricchissima fioritura in tutto il territorio veronese e inoltre, la presenza di due strutture murarie, visibili nella muratura delle absidi, concorda con le ricostruzioni avvenute in queste chiese dopo il terremoto del 1117. Ulteriori e più’ tardi interventi si scoprono nella cornice con fregio in cotto a dente di sega, risalenti al XIV/XV secolo, dovuti certamente ad un innalzamento della muratura perimetrale in occasione del rifacimento del tetto.
Una architettura che conserva la semplicità dello stile “padano” e che rivela sorprendenti suggestioni non appena si varca la soglia per entrare nell’unica aula coperta da capriate lignee a vista. Le pareti decorate con meravigliosi affreschi policromi dipinti in epoche diverse, sorprendono il visitatore e lo trattengono con la curiosità dell’indagine. La chiesa diventa un contenitore per lo svolgersi di narrazioni sacre costituite da Madonne e Santi che la devozione popolare considerava i protettori del quotidiano vivere. Gli affreschi appartengono a diverse datazioni e sono ben conservati. Le immagini sacre sulle pareti sono visibilmente esposte su vari livelli appartenenti al XII secolo, per lo strato più antico, fino al xv secolo per quelle ben conservate delle absidi, attribuite in gran parte alla bottega di Giovanni Badile. Fra queste una Santa Apollonia che porta un cartiglio con una preghiera e la data 1435. Affascinante è la sequenza di immagini relative alle storie di San Giuliano “spedaliere” nell’abside destra, attribuite pure alla stessa data 1435.

Romana Caloi