“Veduta dell' Armata Napoleonica - 1809. - N. 600 soldati di tutte le armi a gruppi con le uniformi dell' epoca. Napoleone circondato dallo Stato Maggiore li passa in rassegna. Le figurine in cartone, dipinte a mano sono paziente ed esatto lavoro del Capitano Stefano di Bologna nato nel 1779, morto nel 1875, ex guardia d'onore di Napoleone. Questo campione fa parte d'una collezione di 3000 pezzi. L'autore vi consacrò la vita, dopo il 1815, per immortalare i compagni d'armi.”
Questi figurini militari della Grande Armée, sono una eccezionale e rara raccolta di soldatini in cartoncino dipinto a tempera con riporti in foglia metallica incisa delle dimensioni di 14cm. circa per i figurini a piedi e di 17 cm. circa per quelli a cavallo, eseguiti dopo il 1815 da Stefano Tavecchi.
Il bolognese Stefano Tavecchi (1779 - 1875), fu un soldato di Napoleone, che servì nelle compagnie delle Guardie d'Onore del Regno Italico o forse in quelle francesi. Dopo il congedo il Tavecchi si dedicò a ricreare le unità della Grande Armée, che verosimilmente aveva incontrato durante i suoi anni di servizio.
Le figure riproducono con pregevole e raffinata fattura le tipologie dei soldatini stampati su carta e ritagliati, secondo la tecnica tedesca iniziata ad Augsburg e risalente al '600.
Scrisse lo storico T. Tessari : "Veramente non so proprio se si possano definire figurini o soldatini: potrebbero essere gli uni o gli altri, senza pregiudizio del loro valore storico e della loro bellezza, poiché anche di questo si può parlare. Infatti i colori, i ritratti (ogni figura ha un suo viso con fisionomia personale), le rifiniture, indorature sovrapposte delle buffetterie, fregi, copricapi, budrieri, ecc. sono non solo di ottimo livello tecnico, ma rivelano anche capacità miniaturistica e costumistica notevolissime. Senza contare che anche sul piano dei mezzi bellici la riproduzione dei cassoni, traini, equipaggiamenti da ponte ecc. è di importanza documentaria".
Da rilevare come le figure abbiano contemporaneamente un singolare valore documentario e certamente per il Tavecchi, ex soldato di Napoleone, affettivo. Quest'ultimo rivelato proprio dalla minuziosa cura e dall'indefesso ed appassionato lavoro dell'autore. Le figure erano, in origine, autonome e dotate di sostegno alla base , solo successivamente la raccolta venne incollata su cartoncino.
L'esame diretto della raccolta rileva, purtroppo, per molti figurini un cattivo stato di conservazione. Non conoscendo nei dettagli le vicende attraversate da questi splendidi pezzi, siano essi stati figurini o giocattoli, non è possibile attribuire il loro degrado all'uso od al trascorrere del tempo. Qualunque sia stata la causa oggi parecchi pezzi risultano mancanti dei particolari più delicati quali: placche, aquile, pennacchi. Il degrado delle figure dipende da un restauro che sarebbe meglio definire aggiustaggio, di fortuna. Le parti in foglia di metallo che nei pezzi meglio conservati sono tutte incise e bulinate a rovescio (notevolissime le placche da granatiere eseguite come al vero) sono state sostituite con foglietti di stagnola che riproducono solo in modo approssimativo la sagoma e le dimensioni degli originali. I pennacchi che ornano i vari copricapo furono dall'Autore, prima che dipinti a tempera, disegnati con inchiostro di china, per dare alle figure un senso tridimensionale che riproducesse le piume e le forme. Questi particolari così facilmente spezzabili sono stati sostituiti, ove mancanti, con cartoncini malamente ritagliati e colorati.
Si presume che i soldatini facessero originariamente parte della collezione storica del Conte Jean-Jacques Gayet De Felissent (1774 - 1842) ed ereditata ed ampliata dal nipote Gian Giacomo.
La collezione venne dispersa, anche all'estero, dopo la morte ed i disastri finanziari dell’ultimo conte, a seguito di un' asta tenutasi a Milano nel 1914.
Uno degli partecipanti all’asta fu l'abate Luigi Bailo, allora Direttore della biblioteca del Museo Civico di Treviso, che acquistò un numero imprecisato di figurini napoleonici.
Dell'opera completa che comprendeva 3000 pezzi, e di cui i Felissent ne possedevano 600, attualmente rimangono al Museo Civico di Treviso solo 357 pezzi, sopravissuti anche ai gravi danni che il museo subì durante la la e la 2a Guerra Mondiale.
Una prima classificazione fu tentata nei primi anni 60 da un curatore tale N. Springolo, che censì 357 figurini, successivamente restaurati in modo sommario e fissati su 38 cartoni delle dimensioni di 70cm. x 50cm. In questa veste furono esposti per la prima volta nel 1980.
Tutti i figurini, tranne un cavaliere della Guardia d'Onore del Regno di Napoli, appartengono all'esercito francese e non si hanno notizie sulla presenza, pur probabile di reparti di altre nazionalità: alcuni granatieri della Guardia Imperiale sembrerebbero indossare copricapo con placche argentate, ed aquila con fronte a destra tipica della Guardia Reale italiana, forse frutto del recupero da figurini più danneggiati. Questa magnifica testimonianza dal singolare valore documentario è conosciuta da pochi ed è stata fino ad ora accessibile al pubblico solo in rare occasioni e in forma incompleta.
Marcello Marconi