DISPOSIZIONE DELLE OPERE
L’allestimento esprime il gusto del collezionista, e si propone come un viaggio attraverso la storia e l’arte italiana ed europea iniziando con oggetti preziosi di piccole dimensioni, ma stupefacente, che rimandano alla bottega degli Embriachi di Venezia attiva già alla fine del XIV secolo oppure anche a Limoges con preziosi manufatti del XII XIII secolo. Insieme si ammirano dipinti di argomento mitologico, ispirati ai poemi omerici o alle Metamorfosi di Ovidio, dei ed eroi, ninfe e avventure di personaggi ormai noti ma sempre affascinanti.
Le sale che seguono esaltano il Rinascimento italiano con autori locali che ritraevano vedute della città per coprire i grandi spazi delle nobili dimore di Verona o, se di argomento religioso, per diventare una pala d’altare prima di ritrovarsi al Museo di Castelvecchio per “ gentile donazione”. Inomi ricorrenti sono Alessandro Turchi e Paolo Farinati, insieme con i Brusasorzi , Pietro Rotari ed altri.
Particolarmente ricca e piacevole come disposizione delle opere è la sezione delle Avanguardie, che inizia con i piumati ritratti di Boldini, la ricerca della “materia” di Medardo Rosso, e la rivoluzione di Picasso, Magritte, De Chirico , Savinio, mentre il Futurismo trionfa con Boccioni, Balla, Carrà, e le sculture di Arturo Martini e Marino Marini
Quando l’arte supera lo spazio tattile troviamo le combustioni di Burri ed i tagli di Fontana, il concettuale di Manzoni e l’informale di Vedova e Capogrossi.Alcune stanze sono complete di arredi come in una normale casa in cui si vive fra tappeti, brocche, oggetti d’uso e d’arte.
TUTTO QUESTO all’interno di un palazzo che dal Quattrocento occupa la posizione chiave sul luogo che era stato occupato dal Campidoglio romano le cui rovine sono visitabili, in piccoli gruppi, all’interno del Ristorante Maffei, alla base del Palazzo che ospita il Museo.
Il Palazzo fu restaurato nelle forme attuali nel corso del XVII secolo, osando sfidare la linea fedelmente classica della città di Verona, con decorazioni che oltrepassavano la maniera per realizzare un “ barocco” anche se leggero, ma deciso e curato, con ghirlande e statue, cornici a lunetta o timpano, stemmi e motti tutti a ornamento della facciata che si rivolge sulla piazza delle Erbe.
Romana Caloi Tumiet.