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Casa museo palazzo Maffei Verona

CASA MUSEO PALAZZO MAFFEI VERONA

COME UNA TELA

SCENOGRAFICA PALAZZO MAFFEI CHIUDE LA PIAZZA DELLE ERBE A OVEST,
IMPONENDO LA SUA MOLE RICCA DI CITAZIONI CLASSICHE LADDOVE L TEMPIO DEDICATO ALLA TRIADE CAPITOLINA EMARGEVA E DOMINAVA IL FORO ROMANO.
E’ il perno nel quale si incrociano Cardo e decumano, è il maestoso riferimento di un luogo che fu il piu’ sacro della città romana e che ancora oggi vanta la possibilità di dimostrare ogni singolo secolo del suo lungo passato. Nelle sue viscere sopravvivono i resti del tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva, piu’ riferimenti lo collocano al centro della attività carpsoria dei cambiavalute, fino all’epoca scaligera per ritrovarlo come prestigioso esempio di nobile palazzo in epoca veneziana e oltre. La sua posizione ed il suo piu’ che decoroso aspetto , discreto nonostante numerose evidenze barocche, ne decretano un fascino che invita a scoprirne i segreti. E allora entriamo e presentiamo le sue nascoste bellezze. Oggi, finalmente ci racconta una nuova storia. Ci offre la bellezza di secoli di arte e storia , rappresentati da oggetti e tele, mobili e arredi che la passione del Sig. Carlon ha collezionato in una vita e che ora offre alla città di Verona, per condividere la preziosità di questi oggetti con i visitatori. E allora entriamo. Si accede da una porta all'interno del cortile a colonne bugnate e subito si è colti da meraviglia per l'eleganza della scala elicoidale che percorriamo sino al piano nobile ove è collocata la raccolta di opere. Scrive a proposito della scala il Da Persico, , nella sua guida del 1820 : "Di questa forma ne fece parecchie il Sammicheli, ma senza nessuna spina che la contenga, si che par temerità l'immaginarla, e l'eseguirla prodigio, sostenendosi essa tutta da sè in sè stessa......" Non è noto il nome dell'architetto autore del palazzo e proprio Scipione Maffei ipotizza si trattasse di un artista romano.
DISPOSIZIONE DELLE OPERE

L’allestimento esprime il gusto del collezionista, e si propone come un viaggio attraverso la storia e l’arte italiana ed europea iniziando con oggetti preziosi di piccole dimensioni, ma stupefacente, che rimandano alla bottega degli Embriachi di Venezia attiva già alla fine del XIV secolo oppure anche a Limoges con preziosi manufatti del XII XIII secolo. Insieme si ammirano dipinti di argomento mitologico, ispirati ai poemi omerici o alle Metamorfosi di Ovidio, dei ed eroi, ninfe e avventure di personaggi ormai noti ma sempre affascinanti. Le sale che seguono esaltano il Rinascimento italiano con autori locali che ritraevano vedute della città per coprire i grandi spazi delle nobili dimore di Verona o, se di argomento religioso, per diventare una pala d’altare prima di ritrovarsi al Museo di Castelvecchio per “ gentile donazione”. Inomi ricorrenti sono Alessandro Turchi e Paolo Farinati, insieme con i Brusasorzi , Pietro Rotari ed altri. Particolarmente ricca e piacevole come disposizione delle opere è la sezione delle Avanguardie, che inizia con i piumati ritratti di Boldini, la ricerca della “materia” di Medardo Rosso, e la rivoluzione di Picasso, Magritte, De Chirico , Savinio, mentre il Futurismo trionfa con Boccioni, Balla, Carrà, e le sculture di Arturo Martini e Marino Marini Quando l’arte supera lo spazio tattile troviamo le combustioni di Burri ed i tagli di Fontana, il concettuale di Manzoni e l’informale di Vedova e Capogrossi.Alcune stanze sono complete di arredi come in una normale casa in cui si vive fra tappeti, brocche, oggetti d’uso e d’arte. TUTTO QUESTO all’interno di un palazzo che dal Quattrocento occupa la posizione chiave sul luogo che era stato occupato dal Campidoglio romano le cui rovine sono visitabili, in piccoli gruppi, all’interno del Ristorante Maffei, alla base del Palazzo che ospita il Museo. Il Palazzo fu restaurato nelle forme attuali nel corso del XVII secolo, osando sfidare la linea fedelmente classica della città di Verona, con decorazioni che oltrepassavano la maniera per realizzare un “ barocco” anche se leggero, ma deciso e curato, con ghirlande e statue, cornici a lunetta o timpano, stemmi e motti tutti a ornamento della facciata che si rivolge sulla piazza delle Erbe.

Romana Caloi Tumiet.