1822 Verona capitale d’Europa – seconda parte
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1822 Verona capitale d’Europa

Ponte Pietra – Anonimo, prima metà del XVIII secolo. Le case sulle spalliere del ponte avevano 47 locali, dei quali sette botteghe (due caffè, due mercerie, un farinato, un calzolaio e un fruttivendolo). Tutte furono demolite nel giugno 1822, in occasione del Congresso

Nell’autunno di duecento anni fa Verona accolse le delegazioni delle potenze europee qui giunte per partecipare al congresso che avrebbe determinato i futuri assetti del continente europeo.  Tra la metà di ottobre e quella di dicembre Verona divenne la capitale della diplomazia internazionale, e da piccola capitale organizzò spettacoli e feste per intrattenere gli ospiti. Di cosa si discusse, al massimo livello di rappresentanza, tra duchi ed imperatori lo si può apprendere da numerosi libri di storia. Questa è una cronaca spicciola di piccole notizie di vita quotidiana di ciò che i nostri antenati, la gente comune, vedeva e sapeva degli eventi che stavano accadendo in città?.[1]

1822. Verona piccola capitale nella cronaca dei giornali

L’ORGANIZZAZIONE

Il movimento per il Congresso incominciò il 14 settem­bre, quando posero stanza nella città i granatieri del bat­taglione Collin, destinati ai servizi d’onore. In seguito af­fluirono sempre più numerosi gli incaricati di corte per scegliere gli alloggi e organizzare i servizi. Si trasferirono a Verona anche il conte di Strassoldo, governatore della Lombardia, il conte Carlo Inzaghi, go­vernatore del Veneto e il generale conte Bubna, coman­dante le forze armate. Dalla metà di settembre la città fu presa da un ritmo nuovo di vita, offrendo lo spettacolo sempre più vasto d’un continuo via vai di lussuose car­rozze, di brillanti parate e di grandi feste.

— Mercoledì, giorno 25 settembre  è arrivata la nuova ufficiale, che il nostro Sovrano arriverà qui il giorno 15 di ottobre, e 1′ Imperadore Alessandro il giorno 16. Ora sembra fuor d’ogni dubbio, che non si sono ingannati coloro, che da alcune settimane in qua, hanno predicato il Congresso in Verona. Il Viceré giugnerà probabilmente il giorno 7. Per il Papa non vien più il Cardinal Consalvi, ma sì lo Spina,

Il Ministro Francese Chateubriand è destinato a casa Mosconi. Il Duca di Modena conduce seco la Duchessa, tre piccoli Principini, Dame, governanti ecc. E’ arrivato un Segretario dell’ Ambasciata Russa a Vienna per esaminare il Palazzo destinato al suo Sovrano.

— Capitò da Parigi il celebre Barone de Humbold, e dicesi chiamato dal suo Re per accompagnarlo nel viaggio di Napoli. Visitato l’alloggio del suo Sovrano, che gli parve piccolo, ma bello; tosto sen andò ad esaminare le produzioni naturali de’ nostri monti.

— 9 Ottobre L’arrivo degli equipaggi , e dei Ministri ha già incominciato, e oggi arrivarono anche i Musici della Cappella dell’ Imperatore Alessandro. L’accordo finalmente del suo alloggio, con Casa Canossa è appianato, e stabilito in 20,000 franchi il mese , con qualche aggravio però del padron dì casa. Al contrario la casa Sparavieri, olim Gerardini, fu accordata al Principe d’ Hatdenberg per tredici mille franchi il mese senza aggravio del mondo, e rimanendo ancora ablazione per tutta la numerosa famiglia. E’ palazzo pieno di comodità,  e elegantemente ammobigliato. La casa Rodolfi è destinata per il Visconte Montmorency; e casa Pompei della Vittoria per la Legazione Romana con tutti i Nunzj. Si parla del Re di Baviera, ma non ne siam certi. La famiglia Sagramosa di Campofior per poche camere cedute al servizio del Viceré ha 30 napoleoni al giorno. Dell’Imperatore Alessandro è capitato anche un fornimento d’oro da tavola. E’ anche arrivata la stamperia, del P. Metternich , il quale capiterà domenica. Sono arrivati i cavalli di Maria Luigia ; e da un momento all’altro si attendono quelli del Viceré, il quale è aspettato sabato —

— La fiera in questi ultimi dì fu brillantissima, fu grandissimo il concorso, e vivissimo il commercio; vi fu corso di carrozze, e di fantini. Ora si fa solenne Triduo in Duomo per ottener felice viaggio a S. M. II movimento è incredibile, e tale da far girar la testa.

— Il giorno 12 di ottobre alle ore 1 1/2 dopo mezzodì arrivò qui felicemente S. A. R. l’Arciduca Viceré con Arciduchessa sua Sposa, e discese al palazzo Giuliari alla sinistra dell’ Adige , ch’era preparato pel suo alloggio. Ivi ricevette tutte le autorità, che si affrettarono di presentanti i loro omaggi , e trattenne seco a pranzo i conti Giuliari, il Reg. Delegato barone de Lederer ed il podestà conte di Persico. La sera si recò a visitare 1′ alloggio destinato a S.M. 1′ Imperatore nostro Sovrano nel palazzo dei conti Erbisti. Alle 6 della sera arrivò il principe di Metternich recandosi al suo alloggio in casa Castellani al Duomo.

Il Principe di Metternich

GLI ARRIVI

Tutte le case signorili intanto erano state prese d’assalto: in tutto o in parte affittate, e qua e là modificate nel­l’arredamento, secondo il gusto e le abitudini degli ospiti. Il palazzo Canossa, che già aveva accolto l’imperatore Francesco I, per ragioni d’ospitalità fu destinato all’im­peratore Alessandro I, mentre per il suo numerosissimo seguito si trovò alloggio nelle case vicine. Il conte di Nes­selrode però ebbe per sé il palazzo Basilea nell’attuale via Roma.  Per l’imperatore Francesco I° fu scelto il pa­lazzo Erbisti, in via Leoncino[2]. Il palazzo dei conti Serego Alighieri, vicino a quello Erbisti, fu affittato per il gran maggiordomo del­l’imperatore, conte Von Wurmbrand e per l’aiutante ge­nerale, conte Von Kutschera.  Il palazzo Giusti con il suo magnifico giardino fu a disposizione del re Carlo Felice. Il granduca di Toscana Ferdinando I ebbe dapprima il palazzo Mariani, che poi cambiò con quello Portalupi in corso Cavour.

Casa Peccana,[3]  fu allestita per l’arciduchessa Maria Luisa e per tutta la corte parmense. L’ex-imperatrice di Francia fece anche costruire una tettoia che la riparasse dalle in­temperie, quando doveva salire o scendere dalla carrozza. A palazzo Maniscalchi ottenne d’essere ospitata l’ex-regina di Sardegna, la moglie di Vittorio Emanuele I. Il palazzo Castellani in piazzetta Broilo ospitò il Metternich e fu generalmente sede delle riunioni del Congresso. Il re di Prussia Federico Guglielmo ebbe il palazzo Fracastoro[4]. Il palazzo Astori in vicolo S. Eufemia fu destinato al plenipotenziario inglese, il duca di Wellington, e al suo seguito. L’ambasciatore inglese invece lord Londonderry fu ospitato nel palazzo Medici-Boccoli in corso Cavour. Il capo della delegazione francese, il visconte di Mont­morency, coll’ambasciatore Chateaubriand ed il seguito eb­be il palazzo Ridolfi, poi Da Lisca, in stradone Scipione Maffei. Per il re di Napoli fu scelto il palazzo Allegri in via di S. Vitale. Il legato pontificio card. Spina ebbe degno alloggio nel palazzo Pompei. Il palazzo Giuliari in Campofiore fu destinato all’arci­duca Raineri, Vice-Re del Lombardo-Veneto. In un palazzo di vicolo Pigna trovò ospitalità il duca Francesco IV di Modena. Per il principe Carlo Augusto Von Hardenberg, cancelliere del regno di Prussia, si ot­tenne il palazzo Gherardini-Sparavieri[5],. I due figli del re di Prussia, principi Carlo e Guglielmo Hohenzollern, ebbero i loro appartamenti a palazzo Barbaro in piazza Bra. Nel complesso furono occupate oltre sessanta delle migliori case della città una ospitalità che costò non poco agli intervenuti al Congresso visti gli alti fitti richiesti. L’unico ad avere ospi­talità gratuita fu l’imperatore Francesco I, il quale alla partenza ricompenso comunque l’ospitale pa­drone di casa con generosi regali.

— Mercoledì 16 ottobre. Il sospirato momento dì vedere l’Augusto nostro Monarca entro queste mura fu jeri alle ore una e mezza appresso mezzodì. Ad un arco trionfale lo attendevano le Autorità Municipali , e le carrozze dei cittadini; ma egli non si fermò; e tra gran folla di popolo, al fragor dei cannoni e al suono di tutte le campane con migliaja , e migliaja di viva egli entrò in città. Non vi era truppa schierata lungo la via. L’ Imperatrice era la un batar chiuso con le sue Dame d’onore, e subito la seguiva l’Imperatore in cocchio aperto col conte di Wrbna, ed in un terzo calesse il conte di Wurmbrand. S.M. subito arrivata al suo palazzo fu visitata dal  Granduca di Toscana, dal Viceré, dal Duca di Modena, e dalla Duchessa di Parma, dalla Vice regina , e dalla Granduchessa di Toscana. Nel dopo pranzo anche la Duchessa di Modena fu presentata all’Imperatrice. Mentre si attendeva l’Imperadore giunse l’avviso, che il Re di Prussia arrivava dalla porta di Brescia. Issofatto fu dato l’ordine di schierare la Truppa dalla porta di S. Zeno sino a casa Fracastoro; e il Viceré complimentato l’Imperadore, montò in una carrozza a sei cavalli con livree di gala, e andò incontro al Re, il quale, incontrato il Principe, montò nella sua carrozza, e fecero loro ingresso fra lo sparo dell’artiglieria. L’Imperadore andò subito a visitarlo, ed insieme discesero a far la revista della Truppa, che difilò innanzi a loro. Poco dopo il Re di Prussia fece una visita all’ Imperatrice, è vuolsi che abbia desinato a Corte. Più tardi visitò egli tutti i Principi , e le Principesse ; ma le visite furono di pochi minuti. L’illuminazione, che si era ordinata per jersera, si trasportò ad oggi; e non fu illuminato pure il Teatro. Vi andarono peraltro il Re di Prussia, il Viceré, il Granduca, le loro Mogli, e Marialuigia; tutti nei loro palchi da essi presi a pigione a gran prezzo.

— Giovedi 17 ottobre. Stamattina prima delle ore 11 L’Imperadore in un calesse scoperto tirato da sei bellissimi cavalli bianchi uscì di città, e si condusse a Parona ad aspettare L’Imperadore Alessandro; il cual giunse dopo due ore. Dopo liete accoglienze salirono i due Monarchi in un magnifico landau aperto a sei cavalli di gala , e con livree parimente di gran gala, e con corteggio di cavallerizzi ecc. in mezzo a una tal moltitudine di popolo, che a giudicio degli eruditi la storia di Verona non ci conta il maggiore, fra grandissimo numero di carrozze Veronesi, dallo sportello delle quali le piumate Dame manifestavano la gioja svolazzando col braccio lor bianchissimi panni lini, tra la Truppa schierata lunghesso la via, tra il continuo rimbombo de’ cannoni e tra le acclamazioni di viva viva senza riposo, entrarono in città. E come furon dentro, andarono di passo lento, tutti salutando frequentemente, e umanamente sempre. Pendevano dalle finestre delle case, e dai poggiuoli ricchissime coperte d’ogni colore, arazzi, e drappi d’ogni maniera. Al palazzo Canossa gli attendevano tutti gli altri Principi, compreso il Re di Prussia. II giorno era bellissimo, e continuava il rimbombo de’ cannoni , il suono delle campane, e tali grida di giubilo, che i tuoni non si sarien potuti sentire, Là smontati s’affacciarono al poggiuolo, che guarda l’Adige, e la Campagnuola; indi ascesero la scala, e poco si fermarono nell’appartamento.

L’ Imperadore Alessandro ha per costume prima di entrate in Città , dove sia ricevuto solennemente, di rivestirsi. Era preparato a questo fine il Palazzo Roveretti a Domejara ; ma, non si sa il perché, il corriere non vi si fermò , e si arrestò in quella vece all’Ospedaletto, dove la Signora Virginia vedova Butturini ha una bella casa. Essendo i padroni in Città, erano chiuse le porte delle stanze, che si atterrarono subito, e tutto si ripulì. L’Imperadore s’accorse dello scompiglio; e rivestitosi lasciò 50 zecchini di mancia a quella gente, che v’era; e fece ricche limosine a qualche povero, e ad un prete. Non contento di questo egli mandò jeri un suo Ciamberlano a pregare la Signora Butturini di venire da lui. Quando ella fu annunziata , Sua Maestà le andò incontro, e mostrò desiderio di favorire suo figliuolo. Nel congedarla la pregò di accettare una sua memoria, e fu questa uno elegante, e ricco braccialetto formato d’una amatista circondata di brillanti.

— Non sono ancora arrivati i due Sovrani di Sardegna , e di Napoli ; il primo de’ quali sì aspetta però entro la settimana, e l’altro il giorno 30. Si crede che ambidue faranno il loro ingresso, solennemente, ed è voce, che il Re di Napoli possa dormire la sera antecedente nelle vicinanze di Villafranca, e probabilmente nel Palazzo Cavriani alle Mozzecanne.

— Sempre giovedì mattina alle ore 8 giunse la Regina di Sardegna moglie dell’ antecedente Re, e smontò a casa Miniscalchi.

— Sono arrivati anche i due Principi di Prussia, che sono due bellissimi giovinetti.

— La nostra città continua ai essere lietissima pel soggiorno di tanti augusti personaggi. Giornaliero è inoltre l’arrivo dei ministri, degli incaricati, degli  addetti alle cancellerie delle varie corti, non che dei corrieri che giungono da tutti i gabinetti d’ Europa. Verona non ricorda ne’suoi annali altra epoca di tanta illustrazione.

— Erano attese quest’oggi 30 ottobre (come si disse) le LL. MM. il Re e la Regina di Sardegna , e giunsero di fatto da Brescia alle ore 4 1/2. Scesero prima di giungere in città alla situazione della Croce bianca dalla propria, e montarono in una Carrozza di Corte in compagnia dell’Augusto nostro Sovrano, il quale era sortito poco prima ad incontrarle, e le accompagnò al loro alloggio nel Palazzo Giusti del Giardino.

Palazzo Giusti del Giardino Verona

— Domani si attende S.M. il Re delle due Sicilie, il quale deve quest’oggi pernottare a Mozzecanne al palazzo della famiglia Cavriani.

— S. A. R. il Principe di Salerno era andato jeri ad attendere 1′ Augusto suo Genitore sino a Roverbella , e questa mattina l’Augusto nostro Sovrano sorti allo stesso oggetto sino a S, Lucia. Le LL. MM, ed il Principe entrarono in Città nella medesima Carrozza all’ora del mezzogiorno , ed essendo lungo tutta la Strada schierata la truppa, addobbate le finestre delle case, affollati gli spettatori , vennero a scendere al palazzo Allegri destinato all’alloggio della M.S. Quivi ebbe ella la lieta compiacenza di vedersi in mezzo a molti Principi che le sono per vincoli strettissimi di parentela congiunti, e che gli si affacciarono tutti all’incontro.

— Altra del 27 Jerlaltro a mezzodì è arrivato qui il principe ereditario di Svezia, e andò ad alloggiare all’albergo della Torre di Londra.

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Raccolta a cura di Marcello Marconi


[1] Le corrispondenze sono tratte da: Il Messaggere Tirolese di Rovereto – Gazzetta di Milano – Giornale della provincia bresciana. Ed in parte da “Il congresso di Verona” di P.L. Laiti. Da Verona non ci fu alcun resoconto di cronaca di questi giorni, infatti la « Gazzetta di Verona » era stata sospesa nel 1816 e doveva riprendere solo nel 1826.

[2] Molto apprezzato per le sua tranquillità e la vicinanza alla chiesa di San Fermo nella quale spesso si recava per sen­tir messa.

[3] Attuale sede della scuola Bon Brenzoni

[4] All’angolo fra l’Educandato agli Angeli e corso Porta Nuova

[5] Attuale sede della Cassa di Risparmio in Via Garibaldi