1822 Verona Capitale d’Europa – terza parte
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1822 Verona capitale d’Europa
22 Dicembre 2022

1822 Verona capitale d’Europa – seconda parte

Ponte Pietra – Anonimo, prima metà del XVIII secolo. Le case sulle spalliere del ponte avevano 47 locali, dei quali sette botteghe (due caffè, due mercerie, un farinato, un calzolaio e un fruttivendolo). Tutte furono demolite nel giugno 1822, in occasione del Congresso

1822. Verona piccola capitale nella cronaca dei giornali

Parte 2

Ai primi di novembre di quel 1822 tutte le Corti si erano comple­tate e sistemate. Si trovarono così a Verona in quei giorni le Corti di Russia, d’Austria, di Prussia, di Napoli, di Sar­degna. di Toscana, di Modena e di Parma, col seguito di ciambellani, maggiordomi, ministri, generali; vi erano inoltre i rappresentanti dell’Inghilterra, della Francia, del­la Corte pontificia, della Svezia, della Danimarca, dei Paesi Bassi e di altri stati minori. Ma a Verona convenne tanta e tanta altra gente, quasi cornice al Congresso: cardinali, vescovi, principi, magnati, nobili, funzionari, giramondo e avventurieri.

LA CORTE A VERONA

La Corte dell’Imperatore d’Austria andò ad occupare tutto il quartiere intorno a pa­lazzo Erbisti, casa ospitante l’imperatore Francesco I°,  tra la via Leoncino, la via Leoni e la chiesa di San Fermo. Il palazzo dei conti Serego Alighieri, vicino a quello Erbisti, fu affittato per il gran maggiordomo del­l’imperatore, conte Von Wurmbrand e per l’aiutante ge­nerale, conte Von Kutschera, Casa Murari Brà per le Dame di Corte dell’imperatrice, Casa Malaspina per il sig. de Yung , Consigliere Aulico e Bibliotecario di S. M. l’ Imperatore, ecc. Sembra che l’Imperatore fosse molto contento del soggiorno a Palazzo Erbisti essendo il palazzo in un luogo quieto e vicino alla chiesa di S. Fermo, nella quale spesso si recava per sen­tir messa.

La Corte di Vienna,  padrona di casa, trasferì a Verona gli usi della monarchia ricevendo le varie deputazioni cittadine e di tutte le città del Veneto e di parte della Lombardia. Particolar­mente importanti furono quelle della Croazia e della Slavonia, venute a ringraziare l’Imperatore per l’u­nione delle loro terre.

— L’Imperadore d’ Austria giovedì è rimasto a letto per lieve infreddatura, e venerdì in casa. Jeri è uscito; e stamattina alle ore 8 fu ad udir Messa in S. Fermo coll’Imperatrice. Più tardi le loro Maestà hanno ricevuto tutta 1’Ufficialità. Oggi tutte le persone delle Corti Russa, e Prussiana, e gli Ambasciadori Francesi hanno fatte le loro visite ai Sovrani, i quali Sovrani furono oggi tutti a pranzo dall’Imperatore; tranne i Duchi di Modena , che pranzarono a casa , ed invitarono tutta la Famiglia Miniscalchi. La Dama d’onore della Duchessa di Modena è gravemente ammalata, e questa mattina ha ricevuto il Santissimo Viatico; oggi però sta un po’ meglio. Ella è dama Sarda Contessa dì S. Saverio, gentilissima quanto ogni altra mai.

— Lunedì 21 mattina, tutte le Autorità vennero presentate ai Sovrani d’ Austria.  Col Podestà fu gentilissimo tanto verso di lui , che verso la Città. L’Imperatrice, di cui non si può mai abbastanza esaltare l’amabilità, lo spirito, e la coltura, ha ricevuto anch’Essa le Autorità, e parlò a tutti con molta grazia. Disse al Professor Zamboni[1]: “ il vostro nome è conosciuto” e subito entrò in discorso della Pila. Ora ella si occupa dell’esaminare le cose più rare di Verona, e spezialmente le dipinture, accompagnata per lo più dal Podestà.

— Domenica 27 le loro Maestà sentirono la Messa (come avevano fatto la Domenica precedente ) nella Chiesa Parrocchiale, di S. Fermo. Maggiore.

— Jeri sera S.M. l’Imperatore nostro si è compiacciuto di dare diverse udienze private, Jeri sono altresì arrivate una deputazione della congregazione centrale in Milano, capo S.E. il conte di Strassoldo governatore , ed un’altra della città di Milano. La prima è composta dal conte Ottolini , dal marchese Malaspina, e dal dottore Cesare Carcano-Origioni; la seconda componesi del podestà Villa, di S.E. il conte Borromeo, di S.E. il conte Mellerio, e del marchese Cagnola.

— I nostri adorati Sovrani godono di una sanità perfettissima. Questa è per noi la maggior compiacenza che sappiamo implorare dal Cielo. Si vede aperto , che l’aria di Verona è loro omogenea. Anche 1′ Imperadore Alessandro sta assai bene, ed è umanissimo con tutti. Li Ministri si trattano assai spesso, e tutti mostrano buono umore. Domane 1′ imperator nostro in gran formalità riceverà le due deputazioni molto numerose dell’ Ungheria, e della Croazia, che son venute qui a ringraziarlo della riunione di Fiume all’ Ungheria.

GLI ONORI MILITARI

La numerosa guarnigione di Verona ed i granatieri furono impegnati in innumerevoli servizi di guardia, di scorta e di parata.

— S.M. l’augusta nostro Imperatore e Re visitò l’altrieri alla impensata la caserma de’ granatieri a S. Eufemia, volle vedere ed esaminare le stanze , i letti , il pane ed ogni cosa che serva al mantenimento de’soldati.

— Questa mattina tutti i corpi di truppa, che compungono la guarnigione della città si misero in grande parata sullo stradone di Porta Nuova, attendendo l’onore di schierarsi sotto gli occhi dell’Augusto Sovrano. Comparve la M.S. alle ore 8 a cavallo e dopo avere trascorsa la linea della soldatesca si portò verso al palazzo Canossa all’incontra di S.M. l’imperatore Alessandro. Giunti li due monarchi sulla piazza d’armi detta di Brà, si misero al loro fianco le LL.AA.II. il Gran Duca di Toscana ed il Duca di Modena e presero parte al loro corteggio vari distinti personaggi civili e militari , mentre tutti i corpi di truppa, passavano innanzi a loro a revista facendo di sé medesimi e della propria tenuta bellissima mostra.

Alessandro I Zar di tutte le Russie

LE VISITA DELLA CITTA’

La vita cittadina si era veramente trasformata : era sparita la quieta città di provincia, e non solo per la nuova popo­lazione che l’affollava, ma per il movimento e per l’ele­gante e raffinata signorilità degli ospiti. Essi passavano il loro tempo passeggiando per la città nelle loro splendide carrozze, visitando chiese, mo­numenti e pubblici istituti; nell’ora del passeggio si davano appuntamento nello spazioso corso Porta Nuova, in cui i cittadini potevano godere lo spettacolo di lunghe file di cocchi decorati delle armi e delle livree principesche di tutta Europa.

— Gli augusti sovrani e principi che trovansi in Verona se ne vanno visitando ed osservando le più disiate cose, i fabbricati e gli stabilimenti, tenendosi sempre nel più stretto incognito , il quale per altro viene bene spesso svelato da quei tratti di bontà e di generosità che ai grand’ animi, i quali gli esercitano, sfuggono sempre inavvedutamente.

— La mattina di sabato 19 corr. S.M. l’ Imperatrice unita a S.A.I. la Principessa Vice Regina si trasferì al Collegio R. delle Fanciulle, e vi si trattenne per ben quattr’ore, prendendo generosa ed attentissima cura di tutto osservare ciò che alla educazione ed istruzione delle alunne appartiensi. Partendo la M. S. dallo stabilimento lasciò negli animi delle signore Direttrici ed Istitutrici la più dolce impressione della sua clemenza e bontà, ed il conforto preziosissimo ad un tempo d’averla sentita manifestare la propria soddisfazione.

— Jeri la M. S. si trasferì a vedere le sepolture degli Scaligeri a santa Maria Antica, e per meglio osservarne l’antico architettonico lavoro, di cui mostrò bene di conoscere e gustare il pregio, degnossi d’ascendere alle stanze del Palazzo Delegatizio che vi resta dirimpetto. Volle dopo vedere il bel dipinto di Paolo Calliari , che rappresenta Cristo deposto dalla Croce conservato nelle stanze municipali, e stamattina si trattenne lunga pezza di tempo nella Pinacoteca Comunale, facendo sempre conoscere come Ella sa delle arti belle squisitamente ragionare è sentire.

— Jeri fu ad osservare la bellissima Cappella de’Pellegrini a S. Bernardino, e nello stesso tempo S.M. l’Imperatrice Regina avendo al fianco la Principessa Vice Regina fu a visitare l’ Orfanotrofio Femminile detto le Franceschine , ed il Ritiro delle Penitenti di S. Silvestro diretto dalle Dame Ospitaliere, trattenendosi benignamente in ambedue ad osservare con affettuosa e generosa attenzione le più particolari cose della educazione, del vitto, dei lavori, e si degnò di appalesare nell’uno e nell’altro dei due Istituti la propria sovrana soddisfazione e renderne lode alla Direzione del primo, ed alle Dame Istitutrici del secondo.

— Nel giorno di jeri, 30 S.M. L’Imperatore nostro augusto Sovrano, sortì a visitare il locale del Lazzaretto con ammirevole simmetria fabbricato e serviente adesso a deposito di polveri. S.M. l’Imperatrice fu alla chiesa di S. Giorgio, nella quale trovansi alcune eccellenti pitture di Paolo Calliari , e di Maestri della Scuola Veronese.

— S. M. 1′ Angusto, nostro Sovrano è stato jeri, 28 Ottobre, a visitare le Caserme di S.. Lucia, S. Bartolamio, S.Spirito, e Porta Nuova, e. S.M. 1′ imperatrice si è compiaciuta di vedere lo stabilimento delle figlie di Carità; a S Giuseppe istituito e mantenuto dalla Nob. Sig.Maddalena Marchesana di Canossa, e di trattenervisi con la naturale, sua bontà, non. breve spazio di tempo.

— Questa mattina (31 ottobre) fu di buon’ora la M.S. a vedere la Chiesa di S. Giovanni in Valle, nel sotterraneo della quale conservatisi alcuni monumenti d’ antichità  Cristiane, dagli Scrittori Veronesi celebrati ed illustrati. Visitò poscia il picciolo Oratorio denominato della Madonna del Terraglio, e la Caserma del pallone.  S. M. l’Imperatrice si portò a vedere il deposito d’artiglieria stabilito nel Castelvecchio ed il suo rinomatissimo ponte, e quindi visitò ed esaminò il contiguo Museo Lapidario

Il giorno 8 l’ Augusto, nostro Monarca fu a visitare la pinacoteca comunale. Molti e ben disposti quadri ( per la più parte, di Veronesi pennelli ) che si custodiscono nelle sale del Consiglio, fabbrica del celebre architetto Fra Giocondo, formano questa raccolta  che attesta le glorie di Verona nella pittura. Con molto piacere vi si trattenne per circa due ore ad ammirare le bellezze del nostro Liberale, del Dai Libri, del Cavazzuola, del Morone, dei Paoli, dei Brusasorzi e di Gio. Francesco Caroto, che più d’ogni altro attrasse i suoi sguardi, nel che S. M. si mostrò di squisito intendimento. Poiché questo Autore fu seguace di Raffaello, ed in Verona conservansi opere di sua mano, che altrove non si direbbero sue e formar potrebbero il più ricco ornamento di una Galleria anche fra i migliori delle Scuole romana e fiorentina.

A quel tempo la pinacoteca era nella Loggia del Consiglio

— Nel giorno 11 S. M, l’Imperatrice, accompagnata dal Sig. Podestà, si recò a vedere la Porta del Palio, detta comunemente la Porta Stuppa la quale è in questo genere il parto più felice del Sammicheli e può asserirsi, senza esitare, la più bella d’Europa. Tanto maestrevolmente seppe l’Architetto congiugnere la forza, e la grazia, e tanto sente 1′ Edifìcio di nobiltà e grandezza , che chi lo mira deve estatica esclamare: questa è la Reggia di Marte, giacché ebbe a dire lo Sforza Pallavicino al nostro Marchese Scipione Maffei, non darsi in Europa il più superbo edifìzio di questo. Dopo di averla ammirata con quel sano gusto, che la distingue, la nostra Sovrana recossi ad osservare il tanto rinomato Bastione delle Boccare. Esso è un sotterraneo del diametro di M.ri 35 la cui volta mirabilmente condotta in giro con leggera curva da un solo piastrone, che s’erge rotondo dal mezzo, vien sostenuta, ricevendo la luce da otto bocche nel colmo. La solidità e l’eccellenza del lavoro gareggiano poi col disegno. Gran danno che non si possa tributar al suo autore, ch’è ignoto, tutta la lode che gli è dovuta.

Interno del Bastione Veneziano delle Boccare

— Nello stesso giorno S.A.I. fu a vedere anche gli avanzi del Romano Teatro, che serbansi a Santa Libera sopra il pendio del bellissimo colle S. Pietro, Queste antiche reliquie, che poterono fuggire al barbaro decreto di Berengario, testano quanto grande fosse la mole dell’ intero edifìzio. Ora però dove prima udivansi gli applausi dei paludati Romani, va in cerca la capra del cardo, ed al bello dell’ arte, si è sostituito il vago della natura, restando Verona incerta se più abbia guadagnato o perduto , tant’è la venustà di quest’amena collina.

— S.M. 1’Imperatore delle Russie fece l’altro, giorno ( martedì 12 corr. ) una gita al Lago di Garda, e jeri S.M. l’Arciduchessa Duchessa di Parma fu a vedere quel meraviglioso arco naturale, che chiamasi il ponte di Veja perché unisce insieme due elevate estremità delle colline che giacciono al contorno della Val Pantena, tendendo fra loro una corda la quale al lato di ponente si estende ad oltre 150 piedi di lunghezza.

I RICEVIMENTI

Numerosi furono i ricevimenti ufficiali, iniziati il primo novembre con quello del Metternich alla nobiltà veronese. Lord Wellington organizzò nella sua residen­za un grande concerto, valendosi degli artisti del teatro Filarmonico. La principessa russa Wolkonsky spinse il marito a far allestire un teatrino nel palazzo Bevilacqua, ove abitavano, forse più che per amore per la musica ita­liana per far ammirare la sua bella voce e la sua grazia.

Le grandi dame convenute a Verona ebbero così abba­stanza modo di far sfoggio di eleganza e di squisitezze, e di esercitare le loro grazie. — Anche le no­bildonne veronesi seppero destare interesse e ammirazione per la loro amabilità e finezza : prima tra esse la contessa Silvia Curtoni Verza. Da tanti anni il suo salotto adu­nava, in una atmosfera di accogliente simpatia, quanti nel mondo delle lettere e delle arti o nell’azione poli­tica mostravano ingegno. — Pure il salotto della principessa di Lieven fu assai brillante, attirando spesso le maggiori personalità. Presso di lei amava passare spesso le sue serate il principe di Metternich.

— Alla sera le LL. MM. si degnarono ambedue di ammettere alla propria udienza molte dame delle principali famiglie, e v’ebbe poscia presso a S. A. il principe di Metternich un trattenimento musicale al quale intervenne più d’un Augusto personaggio, e furono dall’A.S. cortesemente ammessi in molto numero e forestieri e cittadini spettatori.

— Nel giorno 5 ebbe luogo un brillantissimo ballo nel palazzo di S. M. l’Imperator d’Austria, ivi i  primi Potentati d’Europa splendettero corteggiati da Principi, Grandi Ministri ecc., e vi fu pure ammessa la prima Nobiltà del Paese verso di cui gli Augusti Monarchi furono prodighi di urbanità e gentilezze, e que’stessi a cui cenni ubbidisce 1’Europa vedeansi confusi nella folla de’ privati, siccome Omero nell’immortale suo canto ci ha mostrato gli abitatori d’Olimpo sedersi nei conviti e nelle concioni de’ favoriti mortali. Giammai più adatta Reggia non ebbero gl’illustri Sovrani che in quella stanza, s’egli è vero che il Trono dei Re si è il core dei sudditi. E certo questa splendeva sul volto di tutti, e Cesare mostrò quanto ne gioisce, s’egli, che ha per fisso metodo di ritirarsi da qualsiasi adunanza molto, prima che la notte giunga al, suo mezzo, qui trattennesi molto, di più ad animare una danza che i Veronesi intrecciavano a’suoi trionfi.

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Raccolta a cura di Marcello Marconi


[1] Abate professor Giuseppe Zamboni,  inventore della pila elettrica a secco